domenica 18 febbraio 2024

Oropa: il Sacro e il Selvaggio

Nel Settembre del 2023 ho avuto finalmente modo di visitare il Monte Oropa (Biella, Piemonte) e lo straordinario santuario mariano, ma solo adesso trovo il tempo di scrivere finalmente le mie impressioni ed ordinare le foto scattate in questo sito pregno di magia, misticismo, natura selvaggia.
Situato a circa 1.160 metri di altitudine e circondato dalle suggestive Alpi Biellesi che fanno da sfondo ad un complesso architettonico imponente ed elegante, capace di incantare il visitatore all'ingresso degli archi che fanno da cornice alla Chiesa Nuova ed all'anfiteatro montano contro il quale si staglia la possente cupola, con la guglia che sembra sfiorare il cielo, il Santuario di Oropa è dedicato, esattamente come il Santuario del Tindari a Patti, in Sicilia, al culto della Madonna Nera. Fu fondato da Eusebio, Vescovo di Vercelli, intorno al IV secolo, in un periodo in cui in questa città prevaleva ancora il politeismo di tradizione romana, mentre le Alpi e le valli annesse, così come il Monferrato, che personalmente considero tra i territori più belli del Piemonte e nel quale ho avuto la fortuna di vivere per quasi quattro anni, l'antica religione continuava fermamente ad essere quella delle popolazioni celtiche, compreso il culto dei massi erratici, grandi pietre sacre alcune delle quali è tuttora possibile visionare nella riserva del Monte Oropa, che comprende l'alveo del torrente Oropa, con le sue cascate ed i flutti spumeggianti delle acque cristalline, una bellissima faggeta naturale, diversi sentieri percorribili a piedi o a cavallo, ed altri anfratti e luoghi di interesse sia naturale che storico-culturale che scoprirete se avrete la possibilità di visitare questo luogo che trasuda ancora il mistero e la sacralità connessa alla natura dell'antica tradizione celtica. Pare che l'intenzione di Eusebio e la sua opera fossero tese a contrastare la religione politeista dei Druidi, per imporre il culto cristiano; tuttavia, il culto della Madonna Nera importato ad Oropa è una canonizzazione del più antico culto isiaco già inglobato nell'antica religione dei Romani, come dimostra il Tempio di Iside ad Augusta Taurinorum, sul quale è stata edificata la Gran Madre di Dio: quest'ultima ha in comune con la Chiesa Nuova di Oropa la struttura circolare con le otto colonne; ad otto punte è la stella che si ritrova ripetutamente raffigurata e scolpita negli affreschi, nella pavimentazione e nei bassorilievi del portone del Santuario. La stella ad otto punte è un simbolo antichissimo, associato alla Dea Ishtar, la corrispettiva babilonese dell'egizia Iside, una Madre Celeste. La Madonna col Bambino, le cui effigi e statue votive evocano chiaramente la Madre Iside, Regina dei Cieli, con in grembo il figlio divino Horus, dio della luce solare e dell'illuminazione spirituale, eredita dalla Dea Madre dell'antica religione l'appellativo di Mater Dei e Regina Caeli. Anche la carnagione scura, potrebbe verosimilmente essere un modo in cui veniva immaginata Iside, sia per la sua connessione con la Mater Tenebrarum, ossia la tenebra cosmica dalla quale hanno origine le stelle ed i sistemi solari, il grembo oscuro che fecondato dalla scintilla del fuoco primordiale da origine alla vita, sia per l'aspetto più ctonio di questa divinità, che scende negli Inferi per recuperare il corpo smembrato del suo sposo, il Dio Osiride, e donargli nuova vita.

Ad Oropa troviamo la statua della Madonna Nera con Bambino nella basilica antica, originariamente costruita su un antico sacello, che avrebbe potuto essere un luogo sacro delimitato dai Celti. Nel culto mariano, del resto, è confluito anche l'antico culto della dea celtica Brigit; non a caso la celebrazione della Candelora il 2 Febbraio coincide con la festa celtica di Imbolc, dedicata a Brigit ed al suo fuoco purificatore. Brigit, patrona degli artigiani e di tutte le arti, comprese quelle della guerra e della guarigione, incarnava gli attributi ed i doni che successivamente, in epoca cristiana, sono stati suddivisi in diverse figure di Sante e Madonne.
Esistono molte leggende intorno al simulacro scultoreo della Madonnina Nera di Oropa; consiglio di andarle a leggere in quanto molto interessanti. Altrettanto interessante e degno di nota è il fatto che la statua, nonostante il tempo, non presenti alcun segno di logoramento. Effigi votive della Vergine Nera si trovano anche nella chiesa nuova. Entrambe le chiese rappresentano un patrimonio architettonico, artistico e culturale realmente prezioso, che insieme alla ricchezza della natura che le circonda, danno vita ad un luogo sacro e selvaggio, laddove, in un'ottica panteista, i due termini possono essere usati quasi come sinonimi, una meta spirituale di rara bellezza, in cui ogni cosa, dal rumoreggiare del fiume, ai grandi massi, alle colonne del santuario che altro non sono che un'emulazione umana degli alti alberi del tempio boschivo, trasuda arcane armonie. Non per nulla, proprio nel 2023, il Monte Oropa è entrato a far parte del patrimonio dell'UNESCO. 

A seguire, le foto che ho scattato durante la giornata del 7 Settembre 2023, al Sacro Monte di Oropa.

    



La basilica antica...


Interno della basilica antica...

...Statua della Madonna Nera...


...Una delle diverse stelle ad otto punte raffigurate o scolpite nella basilica.

La chiesa nuova...

Il portone della chiesa nuova con bassorilievi raffiguranti scene bibliche...

Dettaglio dei bassorilievi...

...Sempre sul portone, stelle ad otto punte...

Interno della chiesa nuova.





...Persino al tavolo della trattoria.

Sulla pavimentazione del santuario, una stella ad otto punti con raggi discendenti che ricordano il simbolo celtico dell'Awen. 

L'incantevole piscina naturale formata dall'alveo del Torrente Oropa...


Cappella di Sant'Eusebio

Un dettaglio sulla cappella che ho trovato insolito: la croce uncinata, simbolo proto-europeo...

Testo e immagini di Milena Rao2023, Tutti i Diritti Riservati. E' vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale del testo, così come l'utilizzo delle immagini, senza il consenso dell'Autrice.

MR






lunedì 24 aprile 2023

"Il Tempo dei Totem", tra visioni suggestive e riflessioni filosofiche

Oggi voglio parlare del nuovo romanzo di Sebastiano B. Brocchi (filosofo, autore ed artista svizzero), già edito in formato e-book ed a breve disponibile anche in versione cartacea: Il Tempo dei Totem.
Quest'opera è uno dei romanzi spin-off della Saga dei Pirin, che si colloca successivamente a I Cieli d'Opale, e che può essere letto ed apprezzato anche come romanzo autoconclusivo. "Il Tempo dei Totem" è un libro di narrativa fantastica che tuttavia travalica i confini del fantasy e della letteratura di genere. La scrittura florida, il linguaggio poetico e ricercato dell'autore, modellano scenari dalle atmosfere ataviche, nei quali non mancano richiami sia al mondo biblico che a quello pagano, in cui i protagonisti sono in diretto contatto con le divinità, anche attraverso l'utilizzo dell'eloquio teopatico caratteristico dei testi sacri di diverse tradizioni. Leggendo queste pagine, uno degli elementi che colpisce maggiormente è la capacità dell'autore, tipica di ogni vero artista, di descrivere scene fortemente evocative, visioni pittoresche che sembrano quasi materializzarsi dinnanzi agli occhi del lettore con tutta la loro potenza e bellezza. Dalle ambientazioni agli Déi, dai possenti Totem fino ad alcune suggestive trame di grande intensità immaginifica, Brocchi usa la scrittura per dipingere un mondo in costante divenire, mai statico, pullulante di arcane meraviglie. Il suo genio creativo emerge anche nelle raffinate illustrazioni del libro. 
L'altro e non meno importante elemento che contraddistingue l'intera opera, è rappresentato dalla riflessione filosofica, dalle profonde considerazioni sulla natura umana, sulla tecnica con i suoi scopi ed i suoi pericoli, sulla fede che è un tema centrale della narrazione, specialmente nella prima parte del libro, mentre nella seconda troviamo interessanti riflessioni umanistiche, tra cui quella che concerne l'idea del fato e quella della giustizia.
La prosa contiene inoltre qualche piacevole intermezzo di poesia, come nella tradizione della narrativa fantastica inaugurata da William Morris ed ereditata da J.R.R. Tolkien.
Di seguito, riporto un breve estratto del libro che ho apprezzato particolarmente:

"Poiché se noi osserviamo una fonte d’acqua o un antico albero, un cervo o una nuvola, e non riconosciamo in ognuno di essi qualcosa di prezioso, superiore, divino, irraggiungibile in quella sua perfezione così fuori portata per le nostre piccole mani capaci solo di poggiare un sasso sopra un altro; allora non troveremo valore in nulla, ci sentiremo autorizzati a spezzare, usurpare, vilipendere qualunque cosa."
(Sebastiano B. Brocchi, Il Tempo dei Totem.)

Per chi volesse approfondire l'avvincente saga dei Pirin, lascio inoltre questi link:

http://pirinsaga.blogspot.com/ https://www.facebook.com/pirinsaga https://www.instagram.com/_pirinsaga_/

Buona lettura o meglio, buon viaggio a chi vorrà godersi le avventure e le potenti visioni di questo libro.

MR

La copertina de Il Tempo dei Totem, di S.B.Brocchi

Locandina di S.B. Brocchi

Illustrazione di S.B. Brocchi

 
 

mercoledì 8 marzo 2023

Lo splendore di Aida

Ho atteso con ansia l'Aida di Giuseppe Verdi a Teatro Regio di Torino, e finalmente ho potuto vederla nello spettacolo di mercoledì 7 Marzo.
Uno spettacolo meraviglioso, con un'ottima scenografia e gli allestimenti sontuosi del regista Premio Oscar William Friedkin, il quale ha saputo ricreare l'atmosfera ieratica, magico-esotica ed avvolgente dell'Egitto dei faraoni: ammirare e lasciarsi trasportare, grazie alla musica dell'orchestra (Direttore, Michele Gamba), nelle ambientazioni di questa Aida, è come ritrovarsi in un romanzo di Christian Jacq. Con la voce vellutata di Erika Grimaldi, dinnanzi ai miei occhi ha preso vita il personaggio di Aida, leggiadra e potente al contempo, piena di sentimento eppure in continuo conflitto. La mirabile interpretazione del tenore Gaston Rivero nei panni di Radamès, insieme agli altri interpreti ed ai magnifici coristi, hanno saputo regalarci un'Aida appassionata e coinvolgente, un'opera mistica, grazie ai cori suggestivi che durante le preghiere al dio Ptah ti trasportano all'interno di un'arcana messa egizia; un'Aida trionfante ed infine struggente, nella cui rappresentazione il ruolo della principessa Amneris, interpretato dal mezzosoprano Silvia Beltrami, è forse quello più profondamente umano e disperato.
Nell'Aida emergono i toni trionfanti e l'estasi dionisiaca, guerresca e passionale, cari all'opera verdiana e ad alcune opere in particolare, come Il Trovatore; ma qui le marce ed i cori risultano arricchiti dall'atmosfera dell'Egitto faraonico, già di per se stessa carica di suggestioni guerriere e gloriose, di magia e misticismo, ma anche della sensualità di cui è pregno l'antico mondo mediterraneo.
L'aspetto dionisiaco in questo spettacolo viene enfatizzato dai ballerini e dalle danze così perfettamente in sinergia con gli scenari, la musica e lo spirito dell'opera. Gli ideali dell'amore, del valore in battaglia, del patriottismo, sempre permeati da un'autentica religiosità, si snodano attraverso le melodie del canto lirico e della musica di Verdi, nonché della poesia arcana, sentimentale e spirituale, che caratterizza l'intero libretto. 

MR

Foto di Milena Rao, scattata alla locandina dell'Aida davanti al Teatro Regio di Torino.

 
 

lunedì 9 gennaio 2023

Avatar - la Via dell'Acqua

Sono trascorsi già tredici anni dall'uscita del capolavoro di James Cameron (già celebre per i colossi cinematografici Terminator e Titanic) Avatar (2009), e non è possibile, a mio avviso, scrivere del film appena uscito senza tenere presente una linea di continuità con il primo film; infatti con le dovute differenze, i temi centrali e più importanti restano i medesimi: una visione del mondo che si oppone all'antropocentrismo, al colonialismo spietato ed allo sfruttamento aggressivo di esseri umani, risorse naturali e animali, un richiamo non solo al passato nativo-americano, ma anche alle civiltà autoctone che hanno abitato altri continenti, come ad esempio l'Europa durante il Neolitico, prima delle invasioni di matrice indoeuropea, quando, dal Mediterraneo al Baltico, i popoli adoravano la Grande Dea, la Stessa Grande Madre venerata su Pandora, e la loro spiritualità era caratterizzata da un forte sentimento panteista e da una tradizione animista e sciamanica. Panteismo, animismo e sciamanesimo sono le stesse caratteristiche della religione dei Na'vi, gli agili e possenti nativi del pianeta Pandora, insieme ad una visione e ad un modo di vivere che considera tutti gli esseri in profonda connessione gli uni con gli altri, come suggerisce il loro modo unico di legarsi agli animali che cavalcano. Vi è inoltre una profonda connessione con Eywa, la divinità panica di forma arborea dalla quale la vita discende e cui tutti fanno ritorno dopo la morte. Eywa, meravigliosa e suggestiva, è simbolicamente, per dirla con termini junghiani, una sorta di Anima Mundi, onnipresente in ogni creatura, capace di trasformare la vita. 

In Avatar - la Via dell'Acqua si ritrova una versione marina di Eywa, un Albero delle Anime che dimora nel fondale marino, ambientazione che il regista ha saputo rendere magica, affascinante e capace di condurre lo spettatore in quel mondo splendido e pullulante di luminescenze e bagliori fluorescenti, non meno dell'ambientazione nella foresta pluviale, che per prima ci ha incantati con forme, colori e luminosità mai create prima nei paesaggi cinematografici.
La lotta contro il male alieno che viene dal cielo, in questo caso alcuni esseri umani senza scrupoli, continua ad essere la sostanza della trama anche in questo secondo capolavoro di fantascienza e avventura, in  cui oltre ai protagonisti principali, la bellissima coppia Jack Sully - Neytiri (interpretati rispettivamente da Sam Worthington e Zoe Saldana), danzano in un caleidoscopio di sfumature azzurre, ora paradisiaco ed emozionante, ora cruento ed angosciante, molti altri personaggi accattivanti, come ad esempio Ronal, interpretata da Kate Winslet (che torna in un kolossal di Cameron molti anni dopo il successo strepitoso di Titanic, 1997; degna di nota è inoltre la "citazione" di James Cameron a questo film durante la scena della nave che affonda), Lo'ak, il figlio più ribelle di Sully e Naytiri, e Kiri, concepita misteriosamente dall'avatar della Dottoressa Grace, una ragazza con un dono speciale che si rivelerà pienamente verso la fine del film tramite dei poteri magico-sciamanici connessi al suo legame profondo con la forma acquatica di Eywa.
Se il primo film, da un punto di vista sentimentale ed emotivo, offre molto spazio all'amore romantico, alla coppia di "diversi" che si completano armoniosamente, all'affetto tra Jack Sully e Naytiri che supera conflitti e pregiudizi, il secondo film si concentra maggiormente sulla famiglia. La Via dell'Acqua ci racconta una famiglia numerosa, ma dove ognuno pur legato profondamente all'altro rimane se stesso, unico e speciale; una meravigliosa famiglia unita dai valori più importanti, il coraggio di difenderli e lottare per essi, la solidarietà, la complicità, l'amore nonostante gli inevitabili conflitti ed incomprensioni, un amore che neppure la morte può spezzare, quell'amore che connette tutti gli esseri di Pandora alla loro speciale Anima Mundi. E' l'energia frizzante dei giovani, ma anche il legame profondo del capo famiglia con la sua gente e quella che è ormai diventata la sua terra, a rendere così coinvolgente la storia di questa famiglia che, esule dalla foresta, si legherà indissolubilmente al mare. E' la via dell'acqua, la via dell'emozione, dei sentimenti, ma anche del cambiamento. Una narrazione dagli scenari mozzafiato e la magia di una colonna sonora che avevamo in parte assaporato nel primo film.
"Un padre protegge", ripete Jack Sully al principio ed alla fine di questo secondo film, una frase potente quanto "Io ti vedo", ed è proprio nella forza di volontà e volontà di proteggere che vengono espressi i valori più nobili di un protagonista che è insieme sposo, padre e guerriero, come gli antichi eroi delle civiltà dimenticate, le cui memorie rivivono nei protagonisti di Avatar e Avatar - la Via dell'Acqua
Un padre protegge, e una Grande Madre accoglie, come fa Eywa, arborea o marina, quest'Anima Mundi di Pandora dalla quale la vita ha origine ed alla quale la vita deve tornare: ma in essa, cade ogni velo tra vita e morte; ivi si ritrovano gli antenati, ma anche i bambini caduti in battaglia.

Milena Rao
 

  

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locandina del film

martedì 1 novembre 2022

Dracula di Bram Stoker e il terrore che viene dall'Est

 

Il film di Francis Ford Coppola, ispirato al celebre romanzo di Stoker (a sua volta ispirato alla sanguinosa leggenda che aleggia attorno al personaggio di Vlad Tepes, Principe di Valacchia), è suggestivo e pittoresco, romantico e crudele, trasuda sangue ed erotismo, dove uno viene sublimato nell'altro in una catarsi visionaria e struggente.

Ma l'aspetto più interessante sono i due mondi europei a confronto: da una parte c'è quello occidentale, della Londra di fine '800, vistosa, moderna, pullulante di nuove scoperte e della nascente borghesia, nella quale solo le atmosfere aristocratiche ormai in decadenza sembrano conservare pathos ed eleganza. Jonathan Archer, giovane impiegato, figura sbiadita ed insignificante, mimetizzata nel grigiore piccolo-borghese, sembra essere l'eroe di quel mondo ancora prima del cacciatore Van Helsing, emblema, insieme ai suoi accoliti, dell'arroganza occidentale bramosa di distruggere tutto ciò che non comprende e considera pericoloso e contrario alla propria morale.
Dall'altra parte c'è l'Est, la Transilvania di Dracula, oscura e inquietante, ma profondamente mistica. È questo un mondo ancora arcaico, in cui dominano le ombre e gli ululati, le tenebre della notte e i rituali blasfemi, le spose-vampiro e la memoria dei tempi antichi, fatti di gloriose e cruente battaglie. Dracula è il re di questo mondo. Egli si muove fluttuando in esso come un fantasma; è il Signore dei Lupi, totem ancestrali del mondo pagano, il Signore delle Bestie, delle quali assume anche le sembianze, dissolvendosi in una metamorfosi continua, panteista, ove i confini tra vita e morte, umano e sovrumano, divino e animale, sono estremamente labili o quasi inesistenti. Come l'arcaico Signore delle Bestie - Adonis, Orfeo, Dioniso-Zagreo - egli ha potere sugli animali e sulla natura, governa gli istinti e le tempeste, può sedurre e soggiogare la psiche nel profondo, padroneggia la magia, finanche tramuta le lacrime in cristallo. Come gli Dèi che ho citato, ha un aspetto bellissimo e grande fascino, ma il mondo occidentale, ostaggio del credo cristiano e del razionalismo, lo vede nel suo aspetto terrifico, poiché dai suoi poteri e da ciò che rappresenta è terrificato. Come Orfeo e altre divinità della natura selvaggia, il destino di Dracula è quello di essere ucciso e decapitato, smembrato nel corpo dunque, ma reso immortale nella sua essenza. Temuto e amato al tempo stesso, come principe della "wilderness" egli è anche il custode della psiche inconscia, che l'ego razionale non può dominare. E come l'inconscio, il mondo da cui proviene Dracula è un mondo fatto di simboli, di potenti visioni archetipiche, dove l'Imago del dio selvaggio che egli incarna suscita ancora meraviglia e orrore, dove gli idoli della nuova religione non hanno alcun potere, mentre la magia scorre ineffabile, l'amore attraversa gli oceani del tempo in quanto eterno, forte più della morte, avviluppato da una passione che arde immortale come il vampiro.
Così Dracula, che fu un eroe per quel mondo antico e perduto, contraddistinto dalla truce purezza della violenza, oscuro eppure così pregno di sentimento, nel mondo moderno occidentale diviene un demonio, il mostro odiato e cacciato dai novelli paladini del bene.

Oggi più che mai la storia di Dracula sembra la metafora dello scontro ineluttabile tra due mondi incompatibili tra loro: Est e Ovest ma soprattutto antico e moderno, pagano/panteista e cristiano/antropocentrico, inconscio e razionale, spirituale e pragmatico. E la principessa Elisabetta - perché c'è sempre una principessa - che incarna il potere femminile, appare la sola forza in grado di riportare a casa l'antico principe, accoglierlo tra le sue braccia, amarlo e onorarlo per ciò che è, restituendo a quel vecchio mondo il suo splendore.
 
 
MR
 
 
Una locandina del Dracula di Bram Stoker, di Francis Ford Coppola

Una scena del Dracula di Bram Stoker

Un affascinante Gary Oldman nei panni del Principe Vlad Dracula

 

martedì 7 giugno 2022

L'Ombra e il Male nella civiltà contemporanea

Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad una accelerazione del processo di decadimento culturale della nostra società; l'Italia è uno dei paesi in cui questa decadenza è risultata più violenta e visibile per tutta una serie di fattori politici, sociali e psicologici.
Questo inasprimento di meccanismi già avviati diversi anni or sono, che concernono il linciaggio mediatico e sistematico di chiunque non si allinei all'ideologia dominante, è stato dovuto alla crisi innescata dalla politica covid - e sottolineo "politica covid", non dal covid che si sarebbe potuto gestire in tutt'altra maniera e senza l'isteria collettiva che invece hanno volutamente scatenato le autorità attraverso la spettacolarizzazione della morte e della malattia ed il mantenimento di una grottesca parodia dello stato di guerra - ma, in realtà, è stato solamente il trionfo di un culto della prevaricazione innescato in tempi non sospetti, istituendo di fatto la creazione e persecuzione del capro espiatorio, e coltivando l'intolleranza verso le opinioni differenti da quelle divulgate dal mainstream.
In particolar modo, ciò che è stato istituzionalizzato dall'inizio della pandemia fino all'attuale conflitto russo-ucraino, è stata l'invenzione di un satanismo laico (da Satana, "Avversario"), ossia di un nemico pubblico contro il quale convogliare tutto il malcontento, la frustrazione, l'odio sociale. Un nemico sul quale riversare la colpa di tutto il male che accadeva e continua ad accadere.
In principio, erano le persone che uscivano di casa, magari per una passeggiata in solitaria, e/o che mettevano in discussione le ignobili misure restrittive del regime sanitario, le quali hanno abbattuto in poco tempo i principi della nostra Costituzione e del nostro stesso ordinamento liberal-democratico. Poi, il nemico è diventato il non vaccinato, contro ogni principio ed evidenza scientifica, la persona contraria al green pass, ovvero chiunque volesse mantenere integra la proprietà del proprio corpo contro i tirannici, sadici trattamenti sanitari imposti da autorità e propagandati da istituzioni i quali dovrebbero essere tutti, indistintamente, processati innanzi ad un tribunale internazionale per crimini contro l'umanità. Infine, il nemico è diventato Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, e con lui i Russi tutti, finache la cultura e l'arte russe: anche questo è accaduto in un'atmosfera di totale irrazionalità, ignoranza o malafede sulle ragioni della Russia e le questioni geopolitiche, insomma, in un clima di continua caccia alle streghe, di inquisizione, di persecuzione e messa al bando di tutte le opinioni dissonanti con l'unico coro stonato diretto dal potere attuale.
Le masse si lasciano trascinare inerti in questo mostruoso "Gioco del Trono" in cui ogni individuo è solo uno zombie telepilotato e scagliato contro i nemici di turno, che quasi sempre sono solo i vivi, cioè gli uomini liberi che conservano ancora il lume della ragione, il calore della dignità, il buonsenso. Questo nonostante i mass media ed il clero che viene chiamato a recitare la propria parte in un teatro sempre più assurdo e grottesco si contraddicano in modo palese, divulghino notizie che risultano poi essere sistematicamente false, mentre sul fronte opposto ci si adoperi affinché qualche barlume di realtà oggettiva, ergo di verità, possa arrivare dentro le case di ognuno assieme alla valanga di menzogne che vi giungono con troppa facilità.
Sorge spontaneo chiedersi quale eggregore terrifica si sia impadronita dell'inconscio collettivo, quale Nume agisca attraverso le persone in una sorta di vera e propria possessione che va ben oltre l'ipnosi di massa, perché dall'ipnosi è possibile svegliarsi, mentre qui ci sarebbe bisogno di chiamare a raccolta tutti i migliori esorcisti della storia del cinema, dal famoso prete a Costantine, fino ai fratelli Winchester di Supernatural. E forse non basterebbero i loro sforzi congiunti a contrastare questa follia che sembra animare legioni di individui ridotti ormai a gusci vuoti, privi di cuore e di pensiero, o meglio, abitati dal pensiero che qualcun altro, dall'alto, stabilisce per loro.
Da studiosa indipendente e appassionata di psicoanalisi junghiana, la mia personale spiegazione risiede in quella che oggi potremmo definire l'Ombra collettiva, formata da tutte quelle pulsioni, da quei fattori inconsci, dagli elementi naturali rimossi a forza dalla coscienza della società.
Tra questi elementi, vi è sicuramente il sentimento religioso. Per troppo tempo la civiltà occidentale ha premuto l'acceleratore sull'atteggiamento positivista, scientifico che è divenuto scientista, utilitarista-remunerativo; una volontà di sezionare ogni cosa, togliendo magia e sponaneità alla vita stessa, unita all'atteggiamento aggressivo nella pretesa di "disinfettare il cielo", come avrebbe detto il mio padre spirituale Carl Gustav Jung, e la natura stessa, dagli Déi. Ma come anche la storia più antica ci insegna, il bisogno di spiritualità, di fede e culto, di ritualità e misticismo, è parte integrante della nostra natura umana, a prescindere dalle singole opinioni che ognuno ha della religione o della metafisica. Non si può sopprimere il sentimento mistico senza che questo esploda, presto o tardi, in una vera e propria isteria religiosa rivolta a ciò che in quel preciso momento storico si sostituisce alla religione, offrendo protezione vera o presunta, rimedi contro il "male" del momento, un sistema di dogmi e credenze che vanno a costituire una fortezza inespugnabile dai fautori del dubbio e della critica razionale, una certa ritualità, una o più istituzioni di riferimento, dei mantra da ripetere per convincere i fedeli, degli oggetti di riconoscimento quindi di culto, e naturalmente un "maligno" contro il quale indirizzare tutte le emozioni negative. In tempo di pandemia, è stata la scienza medica ad auto-proclamarsi nuova religione, in tutto e per tutto, con il suo clero di scienziatucoli da salotto e squallide processioni di flagellanti in coda dinnanzi agli hub vaccinali, che ripetevano pappagallescamente quelle patetiche giaculatorie inculcategli dal sistema mediatico, da pessimi dirigenti politici, e da una classe medica che ha del tutto abdicato a quello che doveva essere il suo ruolo, ovvero curare il malato, e non certo distruggere la salute psico-fisica dei sani. Il tampone naso-faringeo è divenuto il nuovo strumento di tortura, simile all'ago di 9 centimetri con cui gli inquisitori infilzavano ogni parte del corpo delle presunte streghe al fine di scovare il marchio del maligno. I gel igienizzanti hanno rimpiazzato l'acqua santa, le mascherine sono divenute il marchio che distingue gli obbedienti da coloro che proprio rifiutano di sottomettersi al nuovo credo. Questi ultimi, i non-genuflessi, sono stati trasmutati nelle odierne incarnazioni del male, responsabili dei contagi, delle morti, delle terapie intensive e di qualunque altra stupidaggine si prestasse ad essere strumentalizzata dai nuovi chierici. Non vaccinati o semplicemente critici nei confronti dei vaccini, non credenti della narrazione ufficiale (che come sappiamo fa talmente acqua da non risultare credibile neppure per un contadino analfabeta degli anni '50, che perlomeno sarebbe stato in grado di farsi delle domande di fronte ad emerite idiozie come quelle che sono state impunemente pronunciate), personale sanitario che poneva delle legittime domande o sollevava altrettanti legittimi dubbi, giornalisti non allineati, persone comuni riunitesi nelle piazze per manifestare il proprio dissenso verso la politica del controllo e dello psico-terrorismo, come previsto dall'insieme dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
Un altro elemento costitutivo dell'Ombra collettiva, che ha contribuito a proiettare questa in modo così potente da oscurare il cielo, e di conseguenza, nelle tenebre dell'ignoranza e dell'irrazionalità, ridefinire il concetto stesso di Male, annullando simultaneamente ogni capacità di discernere quest'ultimo dal bene, è senza dubbio la rimozione forzata di tutte quelle pulsioni aggressive designate alla sopravvivenza dell'individuo. Per anni, quelle stesse parti politiche che hanno imposto TSO e istigato all'odio verso i non-genuflessi, non hanno fatto altro che indottrinare la popolazione con idee di inclusività e accoglienza che puntualmente si sono scontrate con le realtà barbariche e feroci di chi era il primo a non volersi né potersi integrare, hanno messo al bando e castigato severamente ogni pensiero che si mettesse di traverso alle ideologie dominanti (uno dei tanti esempi è il caso Rowling, che cito perché trattasi di una collega, quando ha osato ribadire ciò che è ovvio per legge di natura, ossia che esitono i generi maschile e femminile), hanno risposto agli attenatati terroristici con i gessetti colorati e la loro banale idea di tolleranza; ci siamo sentiti dire che non dovevamo essere razzisti, xenofobi, transfobici, e mentre i loro palazzi edificati sul nulla tentavano grossolanamente di sostituirsi ai nostri castelli dalle salde fondamenta, mentre i loro arcobaleni sintetici volevano soffocare le nostre profonde radici, mentre i loro cavalcatori di razzi su Marte hanno preteso lo spazio e la considerazione del nostro passato di cavalleria, poesia e valori, l'aggressività di questi novelli paladini dei diritti umani veniva rivolta sempre più e sempre con maggiore intensità contro chiunque osasse professare idee ed opinioni differenti dalle loro. Non sto parlando solo di conservatori o di clerico-fascisti, ma anche di liberi pensatori come me, che non amano genuflettersi alle "ideologie alla moda", come cantava Battisti in Una giornata uggiosa.
Ecco come la naturale aggressività repressa nelle masse attraverso meccanismi sociali e mediatici - nonché scolastici ed accademici - implode ad un certo punto con tutta la violenza di cui è capace, precisamente nel momento in cui viene creato ad arte un nemico che, diversamente da altre categorie, risulta legittimo odiare, denigrare e ghettizzare: ieri i no vax, oggi i Russi, domani i russofili, filo-putiniani, non vaccinati e col volto scoperto, che magari non si genuflettono allo sventolare della bandiera NATO o semplicemente scorgono le dinamiche perverse, le montagne di bugie, il terrorismo psicologico che stanno dietro ad un potere ormai in decadenza il cui unico scopo è mantenere se stesso in piedi, anche se barcollante, ancora in vita anche se già putrescente.
Questi sono, in definitiva, i pilastri dell'Ombra collettiva, e dunque le cause primarie del Male contemporaneo che ho potuto individuare osservando, percependo ed analizzando ogni cosa dalla mia prospettiva, che è quella di un'autrice e ricercatrice indipendente con una particolare attenzione ed una certa sensibilità per il sociale, ma soprattutto per quello che si muove sotto di esso, e che potremmo sommariamente definire psiche collettiva. Naturalmente vi sono molti altri contenuti inconsci, nonché influenze metafisiche, che contribuiscono all'eclissi della coscienza collettiva, all'addensarsi e scurirsi dell'Ombra, e quindi al propagarsi del Male nel mondo contemporaneo esattamente come un virus, attraverso l'inevitabile connessione delle menti, in barba a tutte le profilassi rappresentate dai nostri libri di storia e dalla memoria recente degli olocausti che si sono consumati, dei regimi totalitari, delle guerre che, prima fra tutte, uccidono la verità.
Non mi dilungherò in questa sede ad approfondirli uno per uno, ma invito chi ha letto e gradito questo articolo a seguire anche l'altro mio blog, Figli della Libertà, dove tento di fare una disamina dei fenomeni psichici, occulti e spirituali partendo sempre dalla nostra attualità.

MR

immagine dal web



       

mercoledì 10 novembre 2021

Libertà di scelta sul proprio corpo e le vere ragioni per cui la stanno violando

 La civiltà liberale e democratica in cui siamo cresciuti custodisce tra i suoi valori alcuni principi intoccabili; uno di questi è la libertà di scelta sul proprio corpo. Per questa libertà si sono battute le femministe storiche e tutti i movimenti per i diritti umani che hanno messo al centro della loro lotta il rispetto della persona umana, sancito anche dall'articolo 32, comma 2, della nostra Costituzione. Scegliere sul proprio corpo è il fondamento di ogni libertà senza il quale tutte le altre scelte perdono di significato. Potremmo altresì definire la libertà di scelta sul proprio corpo come la conditio sine qua non per tutte le altre libertà.
Dinnanzi a questa premessa, sorge spontanea una domanda: possono le autorità occidentali, sulla base di un'emergenza vera o presunta, violare, negare questa libertà, e con essa il diritto alla salute psico-fisica, il quale è possibile solo se coesistono il diritto alla corretta informazione sui trattamenti ricevuti ed alla conseguente possibilità di scegliere se e quali trattamenti ricevere? Per una persona di buonsenso, la risposta è una sola, e coerente con precedenti sentenze giuridiche emesse in Italia: nessuno può revocare, temporaneamente o per un tempo indeterminato, il diritto alla libertà di scegliere coscientemente sul proprio corpo.

Invece quello che abbiamo visto in questi ultimi mesi, è un abuso di Stato senza precedenti. E' iniziato con un piccolo sopruso, quello dell'imposizione delle mascherine, una volta accettato il quale, ecco pronto subito l'invasivo tampone oro-faringeo (a detta di medici di vasta esperienza come il Dott. Massimo Citro, assai meno affidabile dei tamponi salivari). E infine, il trattamento genico sperimentale meglio noto col nome di vaccino anti-covid. Obblighi che violano la dignità ma che vengono imposti alla popolazione con la scusa della necessità, del dovere civile, della tutela della salute propria e altrui.
Ma quali reali intenti ci sono dietro questi abusi sul corpo delle persone?
Ormai la mattanza di Stato causata dalle vaccinazioni di massa è innegabile e sotto gli occhi di chiunque voglia guardare con onestà. Persone con reazioni avverse più o meno gravi, giovani prima sanissimi e successivamente menomati da patologie spesso irreversibili, morti tra tutte le fasce d'età sottoposte ai vaccini. Eppure le autorità e le istituzioni si ostinano a perpetrare quelli che sono a tutti gli effetti dei crimini contro l'umanità.
La prima ragione di ciò è senza dubbio il business. Case farmaceutiche con legioni di azionisti, personale pagato 80 euro l'ora per vaccinare negli hub, un'industria farmaceutica e medico-chirurgica che si arricchirà grazie a moltissime persone che erano sane e ora sono diventate malati cronici.
Ma vi è anche un'altra, più subdola motivazione, che spinge verso questo comportamento sadico e criminale. Ed è legata, appunto, alla violazione della proprietà del corpo.

Quella del corpo è la prima ed indiscussa proprietà di ogni essere umano. Si può non possedere nulla, ma il corpo ci appartiene, sempre e comunque. Viceversa, si può essere anche molto ricchi, possedere imperi finanziari e grandi beni immobiliari, ma se non si ha la proprietà del proprio corpo, nei fatti non si ha nulla. Solo dalla libera scelta sul corpo dipende la possibilità di un autentico benessere. Tale scelta non è dunque sacrificabile per nessun altro, fossero pure tutti gli altri. A meno che non parta da una decisione consapevole ed autonoma.
E' intuibile come violata la proprietà del corpo, la violazione della proprietà privata, ad esempio, diventa un passo ulteriore e facilmente accettabile per quel bene collettivo di cui da sempre si riempiono la bocca i peggiori fautori dei regimi comunisti e non solo. La prima e più grave violazione, quella della proprietà del corpo, spalanca una finestra di Overton che, successivamente, diviene difficile richiudere.
Non solo.
Avere il controllo del corpo altrui è il modo per ottenere il controllo anche sulla mente senza particolari sforzi. Tutti noi sappiamo bene, per esempio, quanto avere controllo sul nostro corpo attraverso una buona alimentazione, l'attività sportiva, la meditazione o altre pratiche di rilassamento, ci offra un benessere non solo sul piano fisico, ma anche su quello psichico e spirituale. E' vero anche l'opposto. Perdere questo controllo ci causa sofferenza psico-fisica e limita le nostre facoltà intellettuali e spirituali.
Opprimere fisicamente una persona negandole di respirare liberamente la rende schiava: se anche la pratica più importante di tutte, cioè la respirazione, diventa difficoltosa, se essa viene soggetta a regolamentazioni, e se si riesce a convincere le persone che questo sia giusto per sé e per altri, le si può convincere di qualunque cosa. Anche il tampone invasivo è una violenza sul corpo, e insieme è umiliante. Non parliamo poi di un trattamento che intossica, causa febbre e dolori, fa star male nei casi più gravi con patologie invalidanti, e può arrivare anche a uccidere. E' chiara l'intenzione di chi vuole controllarci, di chi ci vuole imbrigliare e schiavizzare psicologicamente. Se ho il potere di farti soffrire, di causarti dolore, ho potere su tutta la tua persona. Il controllo psicologico passa per forza dal controllo fisico.

Pensiamo a come, per molti secoli, le donne sono state tenute in una condizione subordinata rispetto all'uomo (e in molti paesi vivono tuttora in penose condizioni di schiavitù). Il controllo della donna si è ottenuto escludendola dall'istruzione e quindi dalla vita culturale, dai ruoli di potere e dalla vita politica e, non ultimo, dall'addestramento marziale, perciò dalla vita militare. Molti storici e storiche per i diritti delle donne si sono interrogati sul perché le donne abbiano accettato tutto questo nel tempo. Dal mio punto di vista è possibile dare diverse risposte, ma tutte si riducono irrimediabilmente alla vera, essenziale risposta: il controllo del corpo delle donne.
Stupri legalizzati, continue gravidanze indesiderate, negazione del diritto a poterle interrompere o ad evitarle categoricamente. Le donne sono diventate fisicamente sempre più deboli, il loro corpo è stato trasformato nella vita e nell'arte, rendendolo pesante e statico. Questa deformazione del corpo ha causato anche una deformazione psicologica profonda. Sentendosi fisicamente deboli e appesantite, le donne nella storia raramente hanno cercato il riscatto, la rivolta, l'indipendenza. Al contrario, hanno accettato la leadership maschile e di essere proprietà di padri, fratelli, mariti, persino figli. Solo con grandi sforzi le donne sono riuscite a riconquistare la libertà e la proprietà dei loro corpi, una volta ottenuta la quale anche la salute e l'estetica femminili ne hanno guadagnato. Scattanti donne militari, magnifiche atlete, splendide sportive e aggraziate ballerine, donne che praticano scherma o equitazione, che imparano a combattere come gli uomini, che curano il loro corpo con tutti i trattamenti necessari e che si rimettono in forma dopo le gravidanze. Questo ha migliorato anche il benessere psichico delle donne ed incrementato le loro intelligenza e combattività.
A ribadire come una condizione di libertà mentale dipenda fortemente dalla libertà sul proprio corpo.

Oggi questo discorso si può estendere a tutta la popolazione. Vi è una malefica intenzione di schiavizzare totalmente le persone privandole della proprietà del loro corpo innanzitutto. Una volta ceduto il diritto più importante, la strada verso la perdita di tutti gli altri diritti è vertiginosamente in discesa. Una popolazione fisicamente indebolita o malata, o comunque sottoposta continuamente a trattamenti farmacologici intossicanti, che inibiscono le facoltà fisiche ma anche quelle neurologiche, e distruggono il sistema immunitario che è la prima grande meraviglia del nostro organismo, sarà una popolazione docile rispetto all'autorità, remissiva e facile da governare. Una volta convinte le persone che il loro corpo appartiene allo Stato, ad una vaga collettività o alla scienza stessa, si avranno popoli totalmente sottomessi. La coercizione che neppure i più truci regimi nazi-fascisti e comunisti erano riusciti a praticare, l'omologazione, il conformismo e la sudditanza che neppure i totalitarismi più feroci hanno mai raggiunto, la società dei consumi la sta ottendendo sfruttando le più infime pulsioni delle masse. E vendendo alle masse illusioni, come quella di non ammalarsi o addirittura non morire mai, cui neppure un contadino analfabeta degli anni '50 avrebbe creduto.

Se riflettiamo, le violenze sul corpo sono, da sempre, utilizzate per ottenere ciò che si vuole dalle vittime: le torture, la prigionia, le punizioni corporali hanno tutte l'obiettivo di piegare la volontà dell'uomo, di soggiogarlo, di costringerlo a fare ciò che altrimenti non farebbe mai.
Negare il diritto a scegliere consapevolmente sul proprio corpo equivale a smantellare anche tutti gli altri diritti.
In questo momento così cupo della storia dell'Occidente, dunque, è di massima importanza ribadire la sacralità del corpo e rivendicare il diritto alla libertà di scelta, alla proprietà sul proprio corpo. Quest'ultima non è qualcosa che si può cedere o barattare in cambio del lavoro o della vita sociale, poiché i diritti che riguardano queste cose diventano nulli laddove viene negato il primo diritto fondamentale. Dobbiamo resistere compatti, con grande forza e determinazione, contro la barbarie che sta dilagando nel nostro mondo. E dobbiamo farlo perché la battaglia per conservare la proprietà sul proprio corpo e la libertà di scelta sulla propria salute e sulla propria vita è una battaglia di civiltà.


MR

Statua di Achille nei giardini dell'Achilleon di Corfù, foto di Milena Rao.